Siracusa è una delle province dell’isola della Sicilia, situata sulla costa sud-orientale. Siracusa possiede una storia millenaria: annoverata tra le più vaste metropoli dell’età classica, primeggiò per potenza e ricchezza con Atene, la quale tentò invano di assoggettarla. Fu la patria del matematico Archimede, che si pose a capo della sua difesa durante l’assedio dei Romani nel 212 a.C. Siracusa fu per secoli la città capitale della Sicilia, fino alla conquista da parte degli Arabi, avvenuta nell’878.
Trasformatasi in epoca spagnola in una fortezza, il suo centro storico, Ortigia, assunse l’odierno aspetto barocco. L’isola offre la maggior parte dei numerosi e antichi palazzi nobiliari, tra cui il Palazzo Impellizeri dove si è tenuto l’ESC dal 2007 in poi.
Sull’isola è presente anche il tempio più vetusto di Siracusa, eretta per il dio del sole Apollo: risalente al VI secolo a.C., è il più antico tempio siciliano in stile dorico consacrato a tale divinità.
Tra le prime costruzioni civili dell’età post classica si annoverano la trecentesca sede della Camera reginale e il trecentesco palazzo Mergulese-Montalto, in stile gotico. In città permangono altre architetture medievali, soprattutto del periodo aragonese-catalano: esempi ne sono il palazzo Bellomo e gli elementi sopravvissuti del palazzo Zapata-Gargallo, appartenuto alle omonime prestigiose famiglie. Tuttavia è dopo il terremoto seicentesco, e quindi con la conseguente ricostruzione, che fa la sua comparsa lo stile predominante di Siracusa: il barocco siciliano.
Il palazzo del Vermexio, sede del governo comunale, rimane uno dei maggiori esempi dell’arte barocca applicata ad un edificio amministrativo. L’evoluzione definitiva del barocco fu il rococò; Siracusa ne mostra chiaramente gli elaborati segni: palazzi come il Beneventano del Bosco, il Borgia del Casale vennero edificati adottando li suddetto stile ornamentale.
Caratterizzata da ingenti ricchezze storiche, architettoniche e paesaggistiche, la città di Siracusa è stata dichiarata dall’UNESCO nel 2005, congiuntamente alle Necropoli Rupestri di Pantalica, patrimonio dell’umanità.
Il comune di Siracusa ospita nella piazza dei Cappuccini (accanto all’omonimo convento e all’omonima latomia) il monumento ai Caduti italiani d’Africa, risalente al periodo fascista ma assemblato solo decenni dopo il crollo del regime. Il monumento vuole commemorare i soldati morti sul continente africano durante la guerra coloniale.
Sviluppandosi in parte su un’isola ed essendo da un lato attraversata da fiumi e canali, Siracusa ha nel corso della sua longeva storia edificato svariati ponti; il comune collega Ortigia al resto della città tramite due ponti, il più monumentale dei quali è chiamato Ponte Umbertino.
Il punto in cui sgorga la fonte Aretusa, con la struttura architettonica che la circonda, è uno dei luoghi più visitati di Siracusa: nei secoli ha mutato molte volte il proprio aspetto, venendo circondata da grosse fortificazioni, accogliendo nelle sue acque i papireti e divenendo persino il lavatoio delle siracusane nei tempi post-classici. Oltre a ciò, sull’isola sono concentrate diverse opere scultoree: su tutte spicca la novecentesca fontana di Diana, la quale mostra gli elementi principali della leggenda del dio oceanico Alfeo, della ninfa Aretusa e della sua protettrice, Artemide (la Diana dei Romani). Rientra altresì nel patrimonio architettonico di Siracusa l’antica tonnara di Santa Panagia, dalle origini medievali (la sua fondazione risale al 1100), che con alterne vicende è rimasta attiva fino agli anni ’50 del XX secolo.
Lungo tutto il percorso della regione siracusana si possono osservare rilevanti testimonianze archeologiche. Oltre alle già citate aree dei templi sacri, la città possiede uno dei più estesi ambienti archeologici del Mediterraneo, racchiuso in un parco che porta il nome del quartiere in cui sorge: il parco archeologico della Neapolis. Esso copre 240.000 m² di superficie urbana e custodisce al suo interno alcune delle più imponenti testimonianze della Siracusa greco-romana:
Alle spalle del teatro greco; le tombe della Via dei Sepolcri;
Le colonne superstiti del foro siracusano;
Il teatro greco, che serviva per lo svago della popolazione, ma anche per le assemblee politiche (qui svetta solitario l’ultimo dei mulini di Galerme);
La grotta del Ninfeo, dove sgorga l’acqua dell’Anapo e dove un tempo si preparavano gli attori prima di scendere nel teatro;
L’anfiteatro romano; in quello aretuseo si mettevano in scena persino gli spettacoli acquatici, oltre alle lotte tra gladiatori;
L’Orecchio di Dionisio, così chiamata per la prima volta da Caravaggio durante la sua permanenza a Siracusa. Si pensa fosse una prigione greca.
La città è ricca di numerosi musei, messi a disposizione del pubblico che ogni anno rimane affascinato dalle meraviglie che essi racchiudono.
Il museo archeologico regionale Paolo Orsi rappresenta uno dei più importanti musei archeologici d’Europa.
Il museo del Papiro si occupa di preservare e curare la rara pianta del papiro, attivando collaborazioni con luoghi significativi per questa pianta come la città de Il Cairo.
La Galleria Regionale, detta museo Bellomo, espone i reperti d’epoca medievale e moderna della città.
Il museo dell’INDA organizza esposizioni temporanee dedicate alla storia delle rappresentazioni classiche al Teatro greco di Siracusa.
Il museo Aretuseo dei Pupi mostra l’arte dell’Opera dei Pupi Siciliani, dichiarata dall’Unesco Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità.
Il museo del Cinema rappresenta nel suo genere il terzo museo più grande d’Italia.
Il Tecnoparco Archimede, in una superficie espositiva di 1700 m², espone le repliche di macchine da guerra utilizzate nel III secolo a.C. e autentici strumenti tecnologici ideati dal genio di Archimede.
Il piccolo acquario Tropicale di Siracusa, situato all’interno della Fonte Aretusa, è stato dedicato alla vita marina del Mediterraneo e alla fauna dei Tropici.
Nel sito del castello Eurialo è stato allestito un Antiquarium al cui interno sono custodisi preziosi reperti della vita militare della costruzione dionisiana e dunque del suo prosieguo durante i secoli successivi (fino a quando il castello venne utilizzato).
La bellezza naturale della città viene gratificata pure dalla presenza delle necropoli, l’elemento strutturale più presente nei siti archeologici aretusei. L’area geografica è famosa per la peculiarità sicula di scavare i propri sepolcri dandogli le fattezze di un alveare: Pantalica è l’esempio maggiore di ciò, ma anche a Siracusa si rinviene nelle pareti calcaree questa millenaria usanza. Essa ha dodici gruppi di necropoli che vanno dall’VIII sec. a.C. all’epoca bizantina; per citare alcune delle più grandi e antiche: a sud-ovest della città si trova la necropoli del Fusco, al centro quella dell’Ospedale civile e di Santa Panagia, mentre a nord vi è il largo perimetro della necropoli della Targia.
Un’altra particolare tappa “into the wild” per i più avventurieri è sicuramente Noto antica, distrutta a causa del terremoto del 1693, dove ancora rimangono degli scheletri di edifici imponenti come chiese e castelli. La città si trova sopra una valle poco profonda e accessibile, attraversata da un corso d’acqua in cui si creano piacevoli piscine naturali, come la più nota Cava Carosello, sfortunatamente vittima di un incendio in tempi recenti.

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