L’edizione 2011 dell’ESC (EuropeanSummer Campus) è stata l’ultima edizione prima della pausa di 10 anni dell’evento. Si è svolto a Siracusa, presso il salone principale del Palazzo Impellizzeri nell’isola di Ortigia. L’evento è ormai un appuntamento irrinunciabile per chi vuole approfondire il linguaggio musicale e incontrare di presenza grandissime leggende della chitarra. È stata un’edizione memorabile per il fatto che ha accettato di venire uno dei più importanti e innovativi chitarristi e compositori della storia della chitarra elettrica: il grande Allan Holdsworth, purtroppo scomparso il 15 Aprile 2017. Gli altri due chitarristi invitati, anche loro di alto profilo artistico e culturale, sono stati Kiko Loureiro (Brasile) e Richard Hallebeek (Paesi Bassi).
Richard Hallebeek è un grande shredder fusion dalla strumentazione complessa, ad iniziare dalla chitarra: una Suhr Modern dallo splendido corpo in ontano, due booster (Xotic e TC), compressore EBS MultiComp, chorus Providence Anadime e un Boss DSD-3, il tutto pompato da una testata Randall V2 Archetype.
A tanta organizzazione strumentale corrisponde anche un’attenta divisione degli argomenti didattici da trattare in quattro sezioni: creatività con le scale, suonare attraverso i cambi, accordi, suonare outside.
Il metodo per le scale è quello di suonarle tre note per corda in varie combinazioni. Partendo da una scala maggiore di Sol, Richard mostra una sequenza 231 (riferimento all’ordine con cui le note compaiono sulle singole corde, non alla diteggiatura) dove le ultime due note sono suonate col legato. Questa ricerca di intervalli peculiari si fa più evidente nelle successive dimostrazioni in cui vediamo anche una tecnica ibrida plettro-dita per spostarsi alle corde superiori e una scelta di suonare scale molto larghe, o “esplose”, in cui la diteggiatura 124 viene sfruttata ai limiti massimi (distanza indice-medio di cinque o sei tasti!).
Consiglia di suonare le scale maggiori permutando un ordine casuale, partendo non per forza dalla tonica per sperimentare molte varianti e novità.
Per suonare outside, consiglia anzitutto di provare una tonalità un semitono sopra o sotto rispetto alla scala “giusta”, poi si può passare alle scale diminuite.
Kiko Loureiro è un chitarrista a tutto tondo, proveniente dalla storica band Angra e poi affermatosi come solista poliedrico, capace di passare dal metal alla bossa nova con nonchalance, riuscendo a mantenere un animo identificabile sia sulle ritmiche che nelle parti soliste. È autore di materiale didattico per il mercato brasiliano e internazionale, resi disponibili all’ESC grazie alla collaborazione con la Libreria Birdland di Milano.
La sua strumentazione è più semplice rispetto a quella di Hallebeek: chitarra Tagime Kiko Loureiro dal manico in pau marfim a 27 tasti (ingordo…), un overdrive Laa Custom, un multi effetto Zoom G2.1KL, lo stesso delay del nederlandese ma una testata Laney VH100R.
La sua visione didattica è più filosofica, meno pragmatica e molto fondata su consigli e aneddoti per i partecipanti. Dimostra una tecnica e velocità disumane insieme a una conoscenza molta profonda su armonia e ritmica, che nel complesso fa emergere un genio musicale molto interessante.
Consiglia di esercitarsi sulle triadi e i rivolti per l’improvvisazione, in orizzontale e verticale, aggiungendo note di passaggio, elidendone altre e inserendo tecniche come lo string skipping e il legato.
Allan Holdsworth, “il John Coltrane della chitarra” (Robben Ford), “uno dei chitarristi più interessanti sul pianeta” (Frank Zappa), punto di riferimento per guitar hero come John Petrucci, Yngwie Malmsteen, Shawn Lane e molti altri, è una delle figure chiave della chitarra jazz-fusion. Autodidatta, non sapeva leggere la musica, ma si è sempre distinto per una conoscenza illimitata di scale e accordi, modi e umori musicali che fanno parte di una simbologia tutta personale alla Holdsworth. Sappiamo infatti che i suoi spartiti non presentano i tradizionali simboli per riferirsi agli accordi, bensì figure coniate da lui come × per i m7 e Ⓧ per i m(maj7). Questo è dovuto sicuramente alla sua astensione dai metodi didattici usuali, il che, già solo dalle trascrizioni, ci mostra una mentalità aperta e senza confini, con la quale scardina i capisaldi dell’accademia per raggiungere vette degne di divinità, a cui noi mortali non potremo mai ambire.
Il suo sound irripetibile è ottenuto soprattutto grazie alle mani, per lui il punto saliente di ogni sound, sebbene poi la strumentazione faccia la sua parte. Legato e leva del vibrato aiutano molto a emulare strumenti classici come il violino e il sassofono. Sappiamo infatti che si ispira molto a Coltrane e la sensazione è quella di non ascoltare un chitarrista, in quanto le scale sono difficili da riconoscere e vengono adattate per ampliare o contrastare l’armonia sottostante, facendo un largo uso di cromatismi.
La sua ascia è una Steinberger GL2TA-AH, accompagnata da due ampli Hughes & Kettner Switchblade, sei pedali Yamaha MagicStomp, due pedali volume Korg, booster TC e noise gate MXR.
I suoi accordi sono naturalmente al limite del finger stretching, poiché scorpora e stravolge le posizioni classiche per raggiungere intervalli interessanti.
Le scale che usa prediligono una composizione a tre note per corda per facilitare il legato, in più questa visione delle scale gli fornisce la genesi degli accordi, che evitano le forme aperte. Usa solo l’hammer-on, evitando il pull-off pure in fase discendente.
È stata una straordinaria esperienza per tutti i presenti, grazie alla varietà degli ospiti e i temi trattati a lezione. Ai partecipanti è stato consegnato l’attestato del rispettivo livello dagli stessi docenti, con la partecipazione di Andrea Quartarone, chitarrista di grande rispetto e organizzatore dell’ESC dal 2006.
Alla fine dell’evento si è svolta come di consueto la IGJ (International Guitar Jam) degli artisti invitati.

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